Un bambino

Non insegnate la vostra morale

Un bambino risponde “grazie” perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.

Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la lettura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.

Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.

“Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così” è una frase da non dire mai. Un bambino sempre attivo è un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non un paziente da curare con dei farmaci.

Un bambino pone sempre tante domande; meglio un «questo non lo so» se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.

Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso e spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.

Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile. Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.

Giorgio Gaber, Non insegnate ai bambini.

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