Al bambino, all’adolescente, all’adulto si ricorda sempre:
“Prima di parlare, pensa”.
Il verbo pensare, legato indissolubilmente alla sua etimologica origine (dal lat. pensare, intens. di pendĕre «pensare»; cfr. pesare,) conduce al pensare per comunicare ma anche al ponderare e, al pesare per riflettere.
Soffermiamoci su questa riflessione.
Da fermi scatta automatico il pensiero, dominarlo è una questione di maestria . E’ la stessa cosa dello stare allo specchio : fermo immagine nella stasi limpida e definita poiché nell’attimo in cui ci mettiamo in movimento lo specchio in cui ci riflettiamo non restituisce l’immagine del nostro riflesso ma qualcosa di confuso e non decifrabile. E’ questo :
essere fermi ci conduce verso la via della consapevolezza tra ciò che è movimento e ciò che è stasi. La capacità di trovare il punto fermo in movimento e così, passare dalla stasi al movimento è la prova tangibile dell’essere vivo.
Su questo si basa la pratica artistica: l’artista ha la capacità di sapersi fermare per ascoltare se stesso e riflettersi nel mondo per coglierne le essenziali peculiarità del cambiamento.
Il sentire è la base del processo artistico, in ogni declinazione dell’arte.
Questo processo, che potrebbe a prima vista sembrare inspiegabile e pragmaticamente non definibile sente la necessità di essere educato, perché come in ogni processo umano possa amplificarsi esprimendo il meglio.
L’impegno e la riflessione sono la via verso la consapevolezza della necessità del trovare il punto fisso in movimento che conduce alla creazione artistica.