Ero in Sicilia, non molto tempo fa e, il tempo è solo un ossimoro quando è legato ai ricordi.
Quelli di un tempo di giovinezza piena di speranze e legami , in cerca di una continua rinascita .
I giorni della della Pasqua: un misto di sacro e profano fatto di attese e preparativi che ti accompagnavano verso le attese della “Sumana Santa”.
In quei giorni, da “Quaddarà” salivo spesso a “Baccialona”, in bicicletta e di corsa, con il profumo di zagara tra le narici e la voglia di giocare “a fare a signurina” per mostrare l’acerba bellezza di una adolescenza precoce.
Nei miei ricordi di ragazza, mia madre m’insegnava a intrecciare le Palme della Domenica che con cura si adornavano di viole ciocche e caramelline, preparavo per mesi il mio vaso di fresco germoglio che avrebbe contribuito ad impreziosire il Sepolcro del Giovedì Santo nelle mia chiesa di Confraternita.
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