Poniamoci all’ascolto della nostra arte.
Essere in movimento ma comprendere la stasi.
Mai come in questo periodo, “stare tra movimento e stasi” è la base della pratica artistica.
Per l’artista è fondamentale la capacità di sapersi fermare per ascoltare se stesso, rimettendo ordine al caos interiore che anima la creazione e che non contiene nulla di tecnico eppure spinge verso un esercizio, una pratica che gli fa percepire quanto sia necessaria l’armonia tra movimento e stasi, intuizione e creazione.
A volte è un processo inconscio e, spesso l’opera d’arte nasce dall’inconsapevole messa a punto di un “prodotto” che universalmente coinvolge l’emozione di persone diverse che in stasi riconoscono il movimento.
E’ il linguaggio di ciò che è trasmesso non coinvolge solo l’artista “produttore” dell’opera ma i fruitori dell’opera, come se ne fossero essi stessi parte integrante.
Per questo motivo mi sento d’affermare che di fronte all’opera d’arte lo scambio è sempre d’obbligo.
