Ricordo il vento,
le nubi cariche di pioggia,
il nero delle ombre e l’anima sospesa.
Ricordo il sibilo di una voce amica,
il pugno inferto e la sfiducia raccolta
tra uno sguardo nascosto e non svelato.
Ricordo il dono e l’ingenuo volare
tra le pieghe sofferte di un amore macchiato e poi violato.
Ricordo e poi ti vedo,
ingenuo il tuo sentire,
te ne stai li accoccolato, pronto a spiccare il volo tra il vento e le tue nubi
oramai
scariche di pioggia.
Poesia tratta dalla silloge – Storie oblique – di Maria Cutugno.