PROMETEO (rivolto a Potere e Forza):
Voi che per ordine di Zeus avete posto il ferro dell’amico Efesto sui miei polsi, vi dico che io avrò forza per sopportare il potere malsano di colui che qui mi volle. Mi sarà d’aiuto sfidare ogni giorno il vento e volgere il viso al cielo, con la consapevolezza d’aver dato il fuoco a chi necessitava la scintilla maestra di vita e arte.
So d’aver accanto conforto e consiglio da chi mi ama. Ma nulla può l’amore e l’amicizia di fronte all’odio e alla sete di distruzione.
Gli Dei che si fanno guerra non avranno un buon rendere e ciò dico a ragione. E se io ebbi coraggio a schierarmi contro Zeus, salvando gli uomini dallo sterminio e donando loro speranza vita allora accetto con gioia il mio destino.
Qualcuno dice che non conosco l’umiltà e che la mia lingua è superba, ma è per questo che sono costretto a subire il potere di Zeus.
Non desidero che vi prendiate pena per me, sarebbe inutile poiché ricordo bene la fine amara di mio fratello Atlante, costretto a reggere sulle sue spalle la colonna del cielo e della terra e, ancora ricordo mio fratello Tifeo incenerito sotto l’Etna…
Se ebbi coraggio per sfidare Zeus avrò forza per sopportare il dolore di queste catene.
Ora Silenzio.
Non so se sono saggio o privo di senno ma sono cosciente che non è stata la superbia a muovere i miei passi, ma la compassione nel vedere gli uomini ridotti come formiche sotto terra senza sole.
Essi non vedevano, non udivano, vagavano simili a ombre e non sapevano che preziosi doni avevano intorno: rame, ferro, argento e oro e tutte le arti.
Ma è cosa nota : il potente ti vuole incapace e ignaro.
A volte mi chiedo a cosa valga il coraggio e mi ripeto che a nulla vale.
Ma prima che l’aquila mi divori il fegato, osservo ciò che intorno a me vale e mi ripeto che ogni cosa vale perché è specchio dell’amore per le piccole cose.
Come fuoco che scalda e illumina come il sole, così la mia anima rimane libera nella consapevolezza del gesto fatto.
Oceano mi chiese di deporre il mio orgoglio e piegarmi al volre di Zeus e se io lo avessi fatto a cosa sarebbe valso il mio sacrificio?
La fanciulla Io punita e sfregiata per la sua bellezza è costretta a vagare esule, dopo aver subito lo stupro di un potente.
Il suo ventre è amore e darà giusta risposta alla sua sete di vendetta, perché la vendetta si cura con l’amore.
E che dire di Ermes, messaggero degli dei viene qui a barattare onore e giustizia con infamia e colpa…
Verrà un tempo …. Io so che quel tempo verrà.
[silenzio… anche la musica di sottofondo cessa]
Monologo “Prometeo” da “Cronache da Atene” progetto didattico ragazzi a cura di Maria Cutugno – VariaMente Teatro – Testo di Maria Cutugno